Sondrio
Sondrio sorge al centro delle Alpi, circondata da un ambiente di media e di alta montagna
ancora in gran parte incontaminato. E' una provincia che presenta una forte identità alpina e che
comprende, in soli 3212 kmq di estensione, una parte del territorio del Parco Nazionale dello Stelvio,
un Parco Regionale, sei Riserve Naturali, un Monumento Naturale e un Parco Locale di interesse sovracomunale.
Dista 136 km da Milano, si trova a 298 metri di altitudine ed ha circa 25 mila abitanti. E' posta allo sbocco del solco profondo della Valmalenco nel punto più ampio della Valtellina, dove la separazione dei versanti retico ed orobico è massima. Si trova alla confluenza tra l'Adda ed il torrente Mallero. CENNI STORICIIl nome "Sondrio" ha origini longobarde e deriva da "Sundrium", termine che indicava un terreno speciale coltivato dal padrone. Il primo abitato di Sondrio risale al periodo romano e appartiene al municipio di Como. In età Longobarda il suo territorio viene organizzato in "arimannie", ovvero porzioni di terre affidate agli arimanni, uomini liberi di origine guerriera. Il potere politico comincia ad assumere stabilità della metà dell'XI sec., quando la famiglia De' Capitanei, originaria del Ticino, viene in possesso della Pieve di Sondrio e Berbenno. I Capitanei sono una famiglia filo papale e fondano qui il Monastero di San Lorenzo compreso entro il Castello di San Giorgio. Essi dominano su un ampio territorio sul quale costruiscono un sistema di rocche e castelli al fine di controllare le vie della Valmalenco, della Valcamonica e dell'Engadina. Fra il 1110 e il 1335 conosce una serie di alterne vicende legate alla lunga guerra fra Milano e Como e alle lotte interne tra i guelfi Vittani e i ghibellini Rusconi. Nel 1335, dopo la definitiva sconfitta di Como, Sondrio e la Valtellina cadono sotto il dominio milanese dei Visconti e successivamente degli Sforza. Il 27 giugno 1512, con il Giuramento di Teglio, passa sotto il governo grigione, di cui ne diviene la sede. Durante la prima metà del Seicento è uno dei maggiori centri degli scontri religiosi fra cattolici valtellinesi e protestanti grigioni. L'uccisione dell'arciprete di Sondrio, Nicola Rusca, è l'occasione che scatena il così detto Sacro Macello (1620), che vede l'uccisione di 180 protestanti solo a Sondrio. Durante il periodo tra il 1620 e il 1639 assume un governo indipendente. E' questo il duro periodo dell'Inquisizione e della caccia alle streghe. Nel 1639, con il Trattato di Milano, viene ristabilita la sovranità grigione, la quale porta solidità politico-istituzionale, dando il via ad un periodo di sviluppo che prosegue per tutto il Settecento. L'arrivo di Napoleone pone fine al dominio grigione. Il 14 giugno 1797 viene piantato a Sondrio l'albero della Libertà, e la Valtellina viene annessa alla Repubblica Cisalpina ed inserita nel Dipartimento dell'Adda e dell'Oglio. Nel 1798 la cittadina perde il proprio ruolo di capoluogo a vantaggio di Morbegno, riacquistandolo nel 1805. Nel 1839 l'Imperatore Ferdinando I la eleva al rango di Città Regia, dotata di Prefettura, Camera di Commercio, carceri e caserma militare. Nel 1859 viene annessa prima al Regno di Sardegna e successivamente al Regno d'Italia. E' un periodo di grande sviluppo dell'economia, della viabilità e della cultura, che si protrae a lungo trasformando Sondrio sotto ogni punto di vista. Da centro agricolo diventa centro industriale, pur mantenendo il connotato rurale per il forte peso nell'economia provinciale del vigneto.PASSEGGIANDO PER SONDRIOPunto di partenza del nostro itinerario è la ricca Piazza Garibaldi, vero e proprio cuore della città, su cui si affacciano dignitosi palazzi ottocenteschi e da dove si può ammirare uno scenario suggestivo: dallo scorcio delle pareti di roccia a strapiombo sul torrente Mallero all'antico Castello Masegra, dal ritmo ondulato dei muretti a quello lineare dei vigneti, in alto fino ai ghiacciai che formano la testata della Valmalenco.La piazza, un tempo chiamata Piazza Nuova, deve il proprio nome alla statua di bronzo di Giuseppe Garibaldi che spicca al suo centro. Essa è opera di F. Confalonieri ed ha preso il posto di quella di Francesco I d'Austria nel 1909. Sul lato meridionale sorgono l'edificio della Banca d'Italia e il Teatro Pedretti costruito nel 1821; su quello occidentale troviamo la Casa Lambertenghi e, oltre la strada, il Palazzo Martinengo con facciata neoclassica, risalente al XVI sec., davanti al quale si eleva un obelisco adornato da quattro statue dello scultore Giuseppe Croff. L'obelisco è stato eretto in onore e in ringraziamento di Ferdinando I d'Austria, il quale, dopo la terribile inondazione del 1834, fece costruire gli argini del Mallero. Sul lato est ammiriamo l'edificio sede della Banca Popolare, all'interno del quale viene conservata una pregiata collezione d'arte contemporanea, e l'Albergo della Posta, costruito nel 1834, e a lungo salotto valtellinese dei più celebri ospiti della provincia. Il percorso prosegue verso il torrente Mallero e, una volta attraversato il ponte, si giunge alla piazzetta Carbonera. Qui sorge l'antica Casa Carbonera caratterizzata da un portico a tre archi e da loggiati ornati da eleganti colonne e capitelli rinascimentali. Prendiamo per via Romegialli e ci inoltriamo nella contrada Cantone, percorrendo un tratto di strada che in passato apparteneva all'importante strada Valeriana. In questo tratto è possibile ammirare alcune dimore antiche (tra le quali citiamo la ex-casa Romegialli al n.46, impreziosita da un portale settecentesco e dai battenti in legno intagliato e la casa ex-Sertoli-Rajna) e, sopra il portale al n. 12, un affresco raffigurante l'Incoronazione della Vergine, opera di P.Ligari, oggi in stato di abbandono. Giungiamo ad un nuovo ponte sul Mallero, lo attraversiamo, e svoltiamo subito sulla sinistra, dove, in un corridoio che si apre sotto la roccia, troviamo la via Fracaiolo, la quale può a diritto essere definita una sorta di via-museo. Qui infatti ammiriamo i resti delle antiche ruote dei magli, il Malleretto (che oggi scorre sotto Sondrio) e l'antico lavatoio e da qui partivano le mura della città, fatte costruire nel 1325 per difendere l'abitato dai nemici Rusconi, potente famiglia ghibellina di Como in lotta con i guelfi Capitanei di Sondrio. Accediamo poi alla Piazza Cavour, chiamata in passato Piazza Vecchia e ci prepariamo alla salita Ligari che si apre verso est. All'inizio della salita incontriamo la casa in cui il pittore Gian Pietro Ligari trascorse gli ultimi 25 anni della sua vita. Terminata la scalinata imbocchiamo la via dei Capitanei di Sondrio, che sale fra vigneti e giardini. Si giunge infine ad uno spiazzo su cui sorge il Castello Masegra. Ripercorriamo a ritroso la via dei Capitanei e saliamo brevemente per poi ridiscendere per il vicolo S.Siro. Superata la casa Bosatta, il vicolo ci immette sulla piazzetta su cui sorge la chiesetta dell'Angelo Custode, una delle chiese più antiche di Sondrio. Risale agli inizi del Trecento e conosce un duro periodo di decadenza in seguito all'occupazione grigione. Questa zona era definita il "crap", e si dice che qui, un tempo, le streghe si incontrassero con il demonio. Per questo motivo la chiesetta di S.Siro fu abbattutta e quella dell'Angelo Custode sconsacrata. Da qui prendiamo ora per via Lavizzari, uno degli angoli più suggestivi della vecchia Sondrio, e ci immettiamo sulla graziosa piazza Quadrivio, impreziosita da una caratteristica fontana rotonda del XIX sec. e coronata da palazzi nobiliari, tra cui distinguiamo Palazzo Sertoli, Palazzo Giaccone e Palazzo Paribelli. Di fronte a Palazzo Sertoli si apre la via Scarpatetti, il cui nome deriva da quello di una antica famiglia grigione, caratterizzata da scorci di ambienti rustici, arcate, acciottolati, ballatoi in legno, tre cappellette dedicate alla Madonna ed alcune osterie. All'altezza della seconda cappella imbocchiamo, a destra, la salita Schenardi e raggiungiamo il Convitto Nazionale, il quale ha sostituito il convento dei Cappuccini durante il periodo napoleonico. Da qui scendiamo verso il giardino al cui centro sorge la Villa Quadrio, sede della biblioteca dedicata al filologo valtellinese Pio Rajna. Da Villa Quadrio, lungo la via Don Bosco, giungiamo alla piazzetta su cui sorge la Chiesa di San Rocco, preceduta da un ampio porticato e sorta nel 1513 in ringraziamento per la scampata peste. Nel 1630, dopo il passaggio dei lanzichenecchi, servì come lazzaretto per gli appestati, mentre nella seconda metà del Settecento divenne sede delle riunioni della arcadica Accademia dei Taciturni. L'interno presenta un'unica navata con tetto a capriate. Ripercorrendo la via Don Bosco, passiamo di nuovo per Piazza Quadrivio e proseguiamo per via M.Quadrio sbucando davanti al Palazzo Sassi de Lavizzari, un cinquecentesco e austero palazzo, donato nel 1930 da Francesco Sassi de Lavizzari al comune perchè ne facesse sede di istituzioni culturali. Oggi è sede del Museo Valtellinese di Storia ed Arte. La pinacoteca ospita, oltre alle opere dei Ligari, affreschi, statue lignee, oreficeria, arte sacra e una tradizionale stüa settecentesca in legno scolpito ed intagliato. Proseguiamo per Piazza Campello dove sorge la Collegiata dei S.S. Gervasio e Protasio di fronte alla quale ammiriamo il palazzo comunale, antico edificio nobiliare del '500. Infine, da Piazza Campello, attraverso la stretta via F.Cavallotti, si arriva in via Beccaria, dove è possibile vedere il più antico portico della città. Prendiamo via Dante e, attraverso il punto dove, un tempo, nelle mura, si apriva una porta detta di Cugnolo, ci ritroviamo in Piazza Garibaldi, punto di partenza del nostro itinerario. Al territorio di Sondrio appartengono altre testimonianze storiche di grande valore, le quali non sorgono nel centro cittadino bensì lungo le pendici delle alture che coronano l'abitato. Tra esse citiamo ed invitiamo a visitare il Santuario della Madonna della Sassella alle porte di Sondrio, su uno sperone roccioso, i resti del Castello Grumello del XIV sec., il Castello di Mancapane a Montagna in Valtellina, la torre e il Palazzo Paribelli ad Albosaggia. Per gli amanti della natura segnaliamo la Riserva Naturale del Bosco dei Bordighi sita sulla sponda sinistra dell'Adda in prossimità di Sondrio. MANIFESTAZIONI e GASTRONOMIALe manifestazioni principali che si tengono a Sondrio e nelle sue frazioni hanno a che fare con la produzione artigianale caratteristica della zona e delle sue valli (i pezzotti e la pietra ollare), e con i prodotti della tipica enogastronomia locale (i vini rossi, la bresaola, i funghi, i pizzoccheri, la "besciola", il miele).Da ricordare è anche la Mostra Internazionale dei Documenti sui Parchi, occasione di incontro e di confronto tra coloro che operano, a livello mondiale, nella documentazione delle aree protette. Si svolge ogni anno ad ottobre ed è organizzata dal Centro Documentazione Aree Protette del Comune (Tel. 0342 526260). COME SI RAGGIUNGEDA MILANO: una volta raggiunta Lecco si imbocca la superstrada Lecco-Colico sino al Trivio di Fuentes. Qui inizia la SS 38 che ci conduce direttamente a Sondrio.GALLERIA IMMAGINI |
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