RIFUGI ALTA VALTELLINA BORMIO LIVIGNO
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Rifugio Schiazzera
All'alpe Schiazzera, in val Saiento, sopra Vervio, a quota 2080 metri
Partenza : Susen (m 1508)
Arrivo : Rifugio Schiazzera (m 2080)
Dislivello Complessivo : m 580
Tempo di percorrenza : 1 h : 30 min
Elementi di interesse : laghi di Schiazzera - monte Masuccio - panorama sulla Valtellina
Itinerario Sintetico :
MAPPA
Coordinate GPS :
46.264000° N 10.201667° E
GALLERIA IMMAGINI
Escursionisti di ritorno al rifugio Schiazzera (foto G.Meneghello)
Escursionisti lungo le rive del lago Brodego, uno dei 3 laghi di Schiazzera (foto G.Meneghello)
Il lago Grande e il lago Brodego di Schiazzera visti dalle pendici del monte Masuccio (foto G.Meneghello)
La cima del monte Masuccio 2816 mt (foto G.Meneghello)
La bellissima cascata ai piedi del rifugio Schiazzera (foto G.Meneghello)
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DESCRIZIONE DELL'ESCURSIONE
Autore: M. Dei Cas
Fra le varie opportunità offerte dalla pratica dellescursionismo, cè anche quella di utilizzare le strutture di un rifugio alpino e contemporaneamente contribuire ad una causa umanitaria. Accade con il nuovo rifugio Schiazzera, ricavato da unex-caserma della guardia di finanza posta allalpe Schiazzéra, in val Saiento, e gestito da volontari tiranesi che aderiscono alla cosiddetta Operazione Mato Grosso, finalizzata allaiuto delle popolazioni di unarea fra le più povere del Brasile. I proventi della gestione del rifugio vengono, appunto, destinati ad interventi umanitari in questarea. Un buon motivo per plaudere alla sua apertura. Aggiungiamone un altro: si tratta di un punto di appoggio indispensabile per chi intendesse percorrere il Sentiero Italia nel tratto che da Tirano porta nel cuore della Val Grosina.
Il rifugio, il cui edificio è proprietà del comune di Vervio, è facilmente raggiungibile seguendo due itinerari. Il più comodo ha come punto di partenza lamena località di Sùsen, posta a 1508 metri, sul versante montuoso che si stende ai piedi della parete di sud-est del monte Masuccio e sovrasta Vervio. Il secondo, invece, parte da Pra Baruzzo, alpeggio posto a 1389 metri, sopra Baruffini, cui si sale facilmente da Tirano.
La salita a Susen ha come punto di partenza Vervio (m. 549), piccolo comune a nord-est di Tirano, sul versante sinistro della Valtellina (per chi la percorra da Tirano in direzione di Bormio). Lo si raggiunge staccandosi dalla ss. 38 dello Stelvio, pochi chilometri oltre Tirano (salendo verso Bormio), allo svincolo segnalato. Giunti alle porte del paese, ci troviamo di fronte ad un bivio: la strada di destra porta alla casa municipale, mentre quella di sinistra inizia una lunga salita che tocca le numerose belle frazioni di mezza montagna del comune di Vervio. E questultima la strada che dobbiamo imboccare, come segnala anche un cartello, che indica se il rifugio è aperto o chiuso, ci informa sulla sua distanza (15 km) ed altitudine (2080 metri) e riporta il numero telefonico utile per chi volesse ulteriori informazioni (3472608250).
La strada è, in diversi punti, un po stretta, ma, fino a Susen, asfaltata. Dopo circa 3,8 chilometri raggiungiamo, salendo, la frazione Bèrtoli (m. 750), dove si trova la chiesa parrocchiale dei santi Sebastiano e Fabiano (il cui nucleo originario è trecentesco), che mostra, sulla facciata, un dipinto raffigurante il martirio di San Sebastiano. La strada prosegue per la frazione di Ca Giacomo (m. 829); poco prima di tale frazione, si stacca da essa, sulla destra, la strada, segnalata, per Susen (è segnalato ancora il rifugio Schiazzera).
Si tratta di una strada piuttosto ripida, che si inerpica decisamente sul fianco montuoso con molti tornanti a distanza ravvicinata, toccando le località di Ca Giacomelli (m. 958), Solt (m. 1050), Quattro Rui (m. 1081), Pestai (m. 1300) e Piani (m. 1427). Una sosta in una di queste località permette di osservare le tipiche dimore rurali, edificate in sasso e coperte da grosse tegole, che fungevano insieme da stalla e, al piano rialzato, da fienile, cucina e dormitorio. Oltrepassati i Piani, raggiungiamo, infine, le baite di Susen (m. 1508), a poco più di 11 km dal punto di partenza.
La località è davvero amena, e si stende su una panoramicissima fascia di prati, dalla quale ottima è la visuale verso sud-est, dove, sul crinale che separa le province di Sondrio e Brescia, si riconosce lampia piana del passo del Mortirolo. Una piccola chiesetta, costruita nel 1948 e dedicata alla Madonna delle Grazie, completa il delizioso quadretto alpino. Qui convengono, la prima domenica di agosto, abitanti da tutte le frazioni di Vervio, per celebrare la festa in onore della Madonna.
La strada prosegue, in direzione della soglia dingresso allalta val Saiento, ma allasfalto si sostituisce il fondo sterrato, per cui conviene iniziare da qui una piacevole camminata che, in unora e mezza circa, ci permette di raggiungere il rifugio. Camminando, oltretutto, abbiamo modo di gustare le belle pinete che ricoprono questa fascia del versante montuoso. Dopo circa venti minuti di cammino, raggiungiamo il bel terrazzo dellalpe Campasceul (m. 1575), seguito, a poca distanza, da quello dellalpe Pramarnone (m. 1635). Alzando gli occhi verso nord-ovest, possiamo ammirare il versante sud-orientale del monte Masuccio (m. 2816), il monte che domina la val Saiento e che sovrasta Tirano.
Ad un certo punto la pista inizia una lunga diagonale che taglia il fianco sud-occidentale del dosso che scende dalla cima quotata m. 2591, a sud-est del monte Campiano (m. 2768). Giungiamo, così, in vista dellaspro salto roccioso che introduce allalta val Saiento. A proposito di questa valle vale la pena di ricordare che ne esiste unaltra, più grande, che ha il medesimo nome: si tratta della prima laterale che si incontra, sulla sinistra, risalendo la Valle di Poschiavo, in Svizzera. Dopo qualche tornante, eccoci ad una piazzola dove chi non ha problemi di sospensioni può parcheggiare lautomobile. Vicino ad essa cade, con un salto non molto alto, ma con un effetto interessante, la cascata del torrente Saiento, che esce dallalta valle e si precipita, con un corso assai ripido, verso il fondovalle.
Manca ormai poco al rifugio: si tratta solo si salire lungo lultimo tratto della strada, che ora diventa una ripida mulattiera (chiusa ai motoveicoli). Terminata la salita, troviamo il rifugio proprio davanti a noi, a 2080 metri, dopo circa unora e mezza di cammino, necessaria per superare circa 580 metri di dislivello. Il rifugio è posto nella parte più bassa dellampia conca dellalpe Schiazzera: poco più a monte, vediamo, infatti, le sue baite. Molto suggestivo è lo scenario che si apre, improvviso, davanti ai nostri occhi: lalta val Saiento mostra tutto il fascino delle ampie e solitarie distese di pascoli del solare versante retico. Singolare, poi, è la forma di tale valle, che assomiglia ad un uncino: dallalpe, infatti, essa volge verso sinistra (ovest), descrivendo un ampio arco che la porta, infine, a piegare a sud. Questa giravolta ha come muto e severo testimone il monte Masuccio, che ne costituisce, in un certo senso, il perno.
Un po più lungo è litinerario di salita al rifugio che parte da Pra Baruzzo. Se scegliamo questa seconda possibilità dobbiamo staccarci da viale Garibaldi, a Tirano, nei pressi di piazza Marinoni, ed imboccare la strada per Roncaiola e Baruffini. Essa risale il versante sud-occidentale che scende dal monte Masuccio. Ad un bivio, troviamo le indicazioni per Roncaiola (m. 800, sinistra) e Baruffini (m. 792, destra). Noi dobbiamo prendere a destra, raggiungendo, a 4,1 km da Tirano, la frazione di Baruffini, dove troviamo la cinquecentesca chiesa di S. Pietro Martire.
Da Baruffini proseguiamo sulla carozzabile che sale verso Pra Campo (m. 1761, a 10,5 km da Tirano), ma, raggiunto Pra Baruzzo (m. 1389), parcheggiamo lautomobile, per iniziare la salita al rifugio. Il percorso che seguiremo è parte del Sentiero Italia (segnavia bianco-rossi), nella sezione che da Tirano, passando per la val Saiento, raggiunge la Val Grosina occidentale. Su questo tratto troviamo, come punti di appoggio, il rifugio Schiazzera e, in Val Grosina, il rifugio Malghera.
Da Pra Baruzzo parte una sterrata che si dirige verso nord-est, fino a raggiungere lalpe Ghiaccia (m. 1586), proseguendo, poi, fino ai prati di Sovo (m. 1727). Qui comincia la mulattiera costruita per fini militari, che sale a Pra Sovo (m. 1900), volge per un buon tratto a sinistra, per poi riprendere la direzione nord, aggirando il fianco sud-orientale del monte Masuccio, con un percorso che supera alcune vallecole. La mulattiera raggiunge la quota di 2211 metri: dopo lultima traversata, ci ritroviamo, così, a monte dellampia piana dellalpe. Per raggiungere il rifugio, dobbiamo lasciare il Sentiero Italia, staccandocene sulla destra e scendendo fino a quota 2080 metri. Questa seconda possibilità richiede circa 3 ore di cammino, necessarie per superare 830 metri di dislivello.
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