Autore: D. Discacciati
Raggiungere il bivacco Capanna Dosdé comporta una camminata abbastanza lunga (circa 4 ore) anche se
priva
di grandi difficoltá, ma la vista dei ghiacciai e delle vette circostanti ci ripagherá ampiamente
della fatica e dell'impegno profuso. La Capanna fu costruita nel lontano 1890 dal Cai di Milano, con un
solo locale 4x4 e costò allora la cifra di Lire 2200. Nel tempo ebbe varie ristrutturazioni, le ultime nel
1982 a cura del CAI di Bormio che, da allora, ne è il proprietario. Così recita una targa dentro il Bivacco:
"Club Alpino Italiano - Sezione di MIlano. Il Dosdè, distrutto dalla guerra, oggi riprende degno posto fra i
Nostri Rifugi delle Alpi..." - Settembre 1955.
Di seguito diamo i due itinerari principali: il primo dalla valdidentro passando per la val Cantone ed
il secondo dalla val Grosina passando per la val d'Avedo.
1° Itinerario : Localitá di partenza è Arnoga (m. 1850) sulla ss 301 che da Bormio
sale al passo del Foscagno. Dal tornante della statale si stacca sulla sinistra la strada per la val Viola. Poco dopo,
ad un bivio, ignoriamo la strada per l'alpe Campo e prendiamo a sinistra. Proseguiamo sul fondo valle in vista del
torrente Viola Bormina fino ad una radura dove troviamo a sinistra un sentiero che sale alle baite di Verva ed al
successivo passo. Saliamo invece a destra, passiamo le baite di Crapena (m. 1929) e proseguiamo nel bosco fino ad
un ponte dove parte il sentiero per le baite Orsa. Noi, invece, continuiamo lungo il torrente. Passato un
altro ponte, superiamo il bivio per Caricci ed iniziamo a salire con vari tornanti fino ad un dosso, dove
lo sguardo si apre sull'alpe Dosdé e sui ghiacciai della vedretta omonima. Volendo, parte di questo primo
tratto, possiamo percorrerla in auto con una sterrata quasi parallela: da Arnoga si prende per l'alpe Campo,
si passano i bivi per le baite di Stagimel prima e di Funera poi e giunti ad una radura si lascia l'auto. Proseguendo
a piedi si passa per Caricci e Altumeira (m. 2116) e ci si ricongiunge al precedente percorso, sul quale avremo
risparmiato circa un'ora di cammino. Va detto però che non sempre questa sterrata è aperta al traffico
privato. Da qui,
ignorato il sentiero di destra per il lago di val Viola (m. 2267) e il successivo rifugio (m. 2314) e seguendo
il torrente Viola Bormina, ci avviamo verso la splendida catena formata dalla cima Viola (m. 3374), dalla cima di
lago Spalmo (m. 3291) e dal Sasso di Conca (m. 3150). Poco oltre incontriamo l'indicazione per il bivacco
dedicato ad Angela e Secondo Caldarini (m. 2486), raggiungibile in breve sulla sinistra. Ora la vallata
compie una svolta a destra: risaliamo fino ai ruderi della Baita del Pastore (m. 2368) e proseguiamo per
pascoli fino alla testata della val Cantone, dove il sentiero termina. Passato il torrente, per tracce
abbastanza ripide, raggiungiamo un dosso e, nelle vicinanze di un laghetto, voltiamo a sinistra verso la
cima Saoseo (m. 3265). Saliamo faticosamente tra sfasciumi fino all'insellatura del passo Dosdé e
giungiamo alla meta.
2° Itinerario : In questo caso partiamo da Fusino (m. 1203), raggiungibile
staccandosi verso nord dalla ss 38 a Grosio. Si prosegue fino ad Eita, ove troviamo un rifugio e la caratteristica
chiesetta con il campanile staccato. Poco prima di entrare in paese, prendiamo a sinistra un tratturo che si inoltra
in val d'Avedo. Passiamo sopra le baite di Avè (m. 1670) e ad un tornante, prendiamo la mulattiera per
Stabine (m. 1721), Attraversiamo il torrente e arriviamo alla baite di Vermolera (m. 1927), poi in ripida
salita giungiamo ai laghetti e alle baite di Tres (m. 2194). L'ambiente qui è ancora dolce e contrasta con
le creste rocciose e frastagliate dei monti circostanti. Risaliamo la vallata con una serie di gradinate rocciose,
sempre in vista del Rio Avedo. Il pascolo a poco a poco lascia il posto alla pietraia ed il panorama si fa
sempre piú aspro. Superato un costone morenico ai piedi del Dosso Sabione ed un successivo salto roccioso, giungiamo
ad una conca ove troviamo lo splendido Lago Negro (m. 2560). Siamo in un ambiente desolato e selvaggio, oltre
che molto suggestivo. Aggiriamo il lago da est, vediamo le tracce sempre a est per il
bivacco Duilio Strambini (m. 2574) e proseguendo saliamo tra sfasciumi. Infine, superate alcune
pozze d'acqua, giungiamo per tracce alla nostra meta.
Il rifugio è dedicato all'avvocato Italo Pianetta, valoroso alpino ed amante dei Monti della val Grosina.