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Bivacco Ai Fop
All'Alpe ai Fop, in Valle del Caldenno, a quota 2250 metri
Partenza : Prato Isio (o Pra Isio) (m 1670)
Arrivo : Bivacco Ai Fop (m 2250)
Dislivello Complessivo : m 585
Tempo di percorrenza : 1 h : 40 min
Elementi di interesse :
Itinerario Sintetico :
MAPPA
Coordinate GPS :
46.213406° N 9.750777° E
GALLERIA IMMAGINI
DESCRIZIONE DELL'ESCURSIONE
Autore: M. Dei Cas
Lalpe delle Foppe (ai Fop) si trova in alta Valle di Postalesio (o Valle del Caldenno), in territorio del comune di Berbenno di Valtellina, non, però, sul fondovalle, bensì in unampia conca che si apre, nascosta a chi guardi dal basso, sul lato occidentale della stessa (sulla sinistra per chi sale), a monte delle baite dellalpe Caldenno ed ai piedi del crinale che la separa dallalta val Finale e dallalpe Baric (alta val Vignone). A rendere sconosciuto ai più questalpeggio ci si mette anche la cartografia: non è infatti nominato né sulle carte IGM, né su quelle Kompass e neppure sulla Carta Tecnica Regionale della Lombardia 1:10.000. Tutto ciò non deve far supporre che si tratta di un luogo di difficile accessibilità. La bellezza dei dolci e luminosi dossi (fop, in dialetto, significa, appunto, dosso) che, dalla quota di 2200 metri, ne scandiscono il ritmo è, infatti, pari alla facilità e relativa brevità del percorso che consente di raggiungerla: unora e quaranta minuti circa dal parcheggio di Pra Isio, su pista carrozzabile ed agevole sentiero. Passa, inoltre, da qui litinerario che consente di salire, senza difficoltà, al panoramicissimo Poggio del Cavallo (m. 2557), punto dincontro fra la valle del Caldenno, la val Finale e lalta val Vignone (conca dellalpe Baric) e splendido osservatorio sullintera catena orobica. Dal Poggio del Cavallo lescursionista esperto può seguire, verso nord, il crinale Baric-Caldenno e salire al pizzo Bello (m. 2748), oppure scendere per il passo del Poggio del Cavallo (o per una bocchetta poco più a nord) allalpe Baric (alta val Vignone, sopra Prato Maslino), tornando a Pra Isio lungo il percorso alpe Baric-alpe Vignone-Prato Maslino-Pra Isio e chiudendo, in circa sei/sette ore, un anello escursionistico tanto affascinante quanto poco noto.
Ciliegina sulla torta, la nascosta alpe delle Foppe ospita un bivacco, costruito di recente, a quota 2250 metri, dal Consorzio dAlpe di Prato Isio e Valle Caldenno, come punto di appoggio per queste escursioni o per altre di maggiore respiro (traversate al rifugio Granda, al rifugio Ponti o al rifugio Bosio). Vediamo come raggiungerlo.
Stacchiamoci dalla ss. 38 dello Stelvio sulla sinistra (per chi proviene da Milano) allaltezza di S. Pietro Berbenno, imboccando il rettilineo in salita in direzione dellimponente chiesa di S. Maria di Berbenno. Dopo pochi tornanti, al primo bivio lasciamo la strada, che procede verso il centro del paese e prendiamo a destra, imboccando la via Conciliazione, che passa proprio sotto la chiesa e ci porta ad uno stop, al quale prendiamo a sinistra, salendo verso la frazione di Polaggia. Ignorata la deviazione, sulla destra, per Postalesio, passiamo sotto la chiesa di S. Abbondio e, dopo un tornante sinistrorso, giungiamo ad un bivio, al quale, seguendo le indicazioni del cartello marrone che segnala Gaggio a 8 km e Prato Isio a 13 km, prendiamo a destra. Dopo un secondo tornante sinistrorso, la strada ne affronta uno destrorso, ma la carreggiata è, qui, talmente stretta che bisogna far manovra per impegnarlo con successo.
Poi non si può più sbagliare: proseguiamo sulla strada asfaltata, incontrando (ed ignorando) un tratturo in cemento che se ne stacca, sulla sinistra, per poi affrontare una serie serrata di quattro tornanti a destra e tre a sinistra. Segue un bel traverso a destra (ovest-nord-ovest), nel quale incontriamo ed ignoriamo una pista che si stacca, sulla destra, dalla strada. La salita al Gaggio di Polaggia prosegue con una lunga serie di tornanti, che portano, ad 8 km da Polaggia, al ridente maggengo, le cui baite si stendono su una fascia di prati compresa fra quota 1200 e 1260 metri. Oltre il maggengo, dopo un tornante destrorso, raggiungiamo le poche baite della località Piana del Prete (m. 1300), immersa in una splendida pineta, proseguendo la salita verso Prato Isio. Al fondo in asfalto si sostituisce quello in cemento (e, per un buon tratto, quello sterrato, in condizioni non buone).
Dopo 13 km da Polaggia un ultimo tornante destrorso ci introduce allampia fascia di prati dellalpeggio di Prato Isio (o Pra Isio), che si stende da 1520 e 1670 metri. Nella parte bassa dellalpe, dopo il primo tornante destrorso, ci accoglie un grande e solitario faggio, segnalato anche da un cartello, che figura fra gli alberi monumentali della Provincia di Sondrio. Ci attendono altri due tornanti destrorsi, prima di raggiungere, dopo una semicurva a sinistra, lampio slargo che funge da parcheggio. Qui, a quota 1670, lasciamo lautomobile, per incamminarci alla volta dellalpe Caldenno sulla pista carrozzabile (chiusa al traffico dei veicoli non autorizzati) che taglia il selvaggio fianco sinistro (occidentale) della Valle del Caldenno (così viene chiamata lalta Valle di Postalesio, dal nome del torrente che la percorre).
Una ventina di minuti sono sufficienti per uscire dal bosco e giungere in vista delle baite della parte mediana dellalpe, incontrando un cartello che segnala la quota 1740 metri. Dopo un tornante destorso ed uno sinistrorso, attraversiamo il nucleo occidentale delle baite, a 1811 metri. Oltrepassata lultima baita, la Casera del Formaggio, la pista va a morire poco metri più avanti, nei pressi del lato occidentale del torrente Caldenno. Proseguiamo, ora, verso linterno della valle, piegando leggermente a sinistra: vedremo subito un cartello, alla nostra sinistra, poco più in alto, che segnala la partenza del sentiero per lalpe Ai Fop data a 30 minuti, il bivacco Ai Fop, dato a 40 minuti, il passo del Cavallo, dato ad unora e la Pizza Bella (o pizzo Bello), data a 2 ore.
Il sentiero parte sulla sinistra del cartello. Nella prima parte non è molto visibile, poi la traccia si fa chiara e marcata. Non ci sono segnavia, ma non è il caso di inquietarsi: si tratta di uno di quei sentieri che vien voglia di paragonare a certi rari amici, sinceri, schietti, che ti accompagnano là dove devi arrivare, senza fare troppi complimenti, senza troppi ghirigori o divagazioni, e soprattutto senza mai piantarti in asso. La traccia, infatti, mantenendo la direzione ovest-sud-ovest, sale, con un gran numero di tornanti ed una pendenza costante e non eccessiva, sul fianco occidentale della valle, superando dapprima una fascia di macereti ed ontani, per poi immergersi in una macchia di macereti, ontani e larici. Anche il fondo è buono e riposante: non cè davvero nulla di che lagnarsi.
Poco al di sotto di quota 2000 il sentiero si porta a ridosso di uno sperone roccioso, e per un tratto serpeggia alla sua destra, per poi allontanarsene verso destra, uscendo per un buon tratto su terreno aperto. Approfittiamone per guardare in direzione del fondo della valle, a nord: occhieggia, infatti, con un effetto suggestivo e surreale, oltre il crinale sul quale è posto il passo di Caldenno, la cima del monte Disgrazia. Il sentiero svolta, quindi, a sinistra e, dopo un traverso, riprende ad inanellare tornanti, fra radi ontani e larici. Intorno ai 2140 metri usciamo di nuovo e definitivamente allaperto. Un ultimo traverso a sinistra ci porta, infine, alla prima, più piccola e più bassa delle tre grandi conche di cui è costituita lalpe ai Fop: sul suo limite inferiore ci accoglie il mesto rudere di una piccola baita (m. 2180), alle cui spalle è posta una grande fontana. In alto, fa già capolino il nuovo edificio del bivacco, che ha unaria decisamente più giovanile ed allegra.
Il sentiero prosegue sulla destra della baita, poi piega a sinistra e si affaccia alla seconda conca, sul cui limite inferiore, a 2250 metri, è posto il bivacco, in una zona non particolarmente panoramica, ma decisamente affascinante per la solitudine e la luminosità di cui ogni cosa sembra essere pervasa. Ledificio, sempre aperto, è dotato di stufa a legna, fornelletto a gas, illuminazione a gas, stoviglie, letto a castello con due materassi e coperte, piccola mansarda con altri due materassi e coperte (lo spazio consente il pernottamento di una decina di persone). Dal bivacco si gode di uno spaccato non ampio ma suggestivo sulle Orobie centrali (si mostrano i 3 Tremila sul fondo della Val dArigna e della Valle di Scais); per il resto il panorama è circoscritto dalle poderose muraglie verdi della Valle del Caldenno. Verso nord-ovest una serie di cime erbose ed arrotondate chiude armonicamente lo scenario, che invita al raccoglimento ed alla meditazione. Il corpo, dopo circa un'ora e 40 minuti di cammino (il dislivello è di 580 metri) riposa, la mente vaga libera, come quelle aquile che probabilmente ci capiterà di veder solcare il cielo sopra di noi, lasciando un nido ignoto ad occhi profani.
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