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Rifugio Valtellina
In località Caregia del Palabione, Aprica a quota 1920 metri
Partenza : Aprica (m 1172)
Arrivo : Rifugio Valtellina (m 1920)
Dislivello Complessivo : m 750
Tempo di percorrenza : 2 h
Elementi di interesse :
Itinerario Sintetico :
MAPPA
Coordinate GPS :
46.132084° N 10.161861° E
GALLERIA IMMAGINI
DESCRIZIONE DELL'ESCURSIONE
Autore: M. Dei Cas
Il 16 agosto 2003 è stato inaugurato, in località Caregia del Palabione, a 1920 metri di quota, nei pressi degli impianti di risalita dell’Aprica-Palabione, un nuovo rifugio, il Valtellina, della sezione CAI di Aprica. Si tratta di una struttura che unisce all’eleganza ed alla bellezza (costruito in legno, è un eccellente esempio di edificio che si inserisce armonicamente nell’ambiente naturale che lo accoglie) numerose opportunità offerte agli amanti delle escursioni, essendo un punto di appoggio per alcune interessanti escursioni in un ambiente, quello dell’estremo lembo orientale della catena orobica, di grande fascino.
Lo si raggiunge partendo da Aprica, il celebre centro turistico estivo ed invernale posto in corrispondenza del passo omonimo, che congiunge la Valtellina all’alta Val Camonica (provincia di Brescia). Per salire all’Aprìca dobbiamo staccarci dalla ss. 38 dello Stelvio all’altezza di Tresenda, fra Sondrio e Tirano. Chi proviene da Sondrio se ne deve staccare sulla destra, impegnando il ponte sull’Adda e percorrendo la ss. 39 del Passo dell’Aprica. La strada si snoda sul versante che scende verso sud-ovest dal monte Padrio e, dopo 13 km, conduce all’abitato di Aprica (m. 1172).
Percorriamo, ora, la via centrale, ignoriamo la prima deviazione a destra (Via Magnolta) che conduce agli impianti di risalita della Magnolta ed imbocchiamo la deviazione a destra per gli impianti del Palabione (la via Palabione, appunto). Dopo un breve tratto, deviamo a sinistra, imboccando la via Adamello, procedendo verso est fino a trovare la traversa a sinistra della via Stella Alpina. Fra la traversa ed il successivo bar Thomas troviamo un parcheggio, dove possiamo lasciare l’automobile. Presso il parcheggio si trova la partenza di uno degli impianti di risalita ed è ben visibile un sentierino che taglia, salendo diritto, un lungo prato, per congiungersi, poi, con una stradina asfaltata.
Percorso il sentierino ed un breve tratto sulla strada, ignoriamo la deviazione a destra per il Percorso Vita e continuiamo a salire, su una pista sterrata, dove troviamo anche una bandierina rosso-bianco-rossa e l’indicazione del sentiero che stiamo percorrendo, il numero 327, che ha come meta finale la cima del dosso o monte Pasò (la più alta elevazione nel territorio del comune di Aprica). Dobbiamo continuare su questo sentiero per raggiungere il rifugio. In realtà non si tratta di un sentiero, ma di una pista che prosegue, ripida, presso gli impianti di risalita del Palabione. Si tratta della pista “K”, come ci segnala un grande bollo blu affisso su un albero. Per seguirla dobbiamo anche ignorare, nel primo tratto, una deviazione a destra (al bivio, seguiamo la pista che sale più ripida).
Poco oltre la metà della salita possiamo, guardando in alto, vedere già il rifugio. Prima di raggiungerlo, però, passiamo accanto alla struttura che accoglie le cabine che salgono sulla telecabina che parte all’Aprica, e che può essere sfruttata, quando è in funzione, per risparmiare un bon tratto di salita (ci porta, infatti, a quota 1695 circa, alla malga Palabione). Nei pressi della struttura si trova anche il ristoro Pasò.
Riprendiamo a salire, sempre seguendo la pista sterrata: ci sono ancora poco più di duecento metri prima di raggiungere il rifugio. La pista passa a destra della spianata che lo ospita: un ponticello in legno, a destra della pista, ci permette di superare il torrentello della val Sorda e di raggiungere il rifugio, posto a 1920 metri di quota, in località Carena del Palabione, che fa parte di una più ampia balconata denominata Piana dei Galli. Siamo in cammino da circa due ore ed abbiamo superato circa 750 metri di dislivello in salita.
Siamo nel cuore di una zona ad elevato valore naturalistico, vale a dire l’Osservatorio Eco Faunistico Alpino, il Parco Orobie Valtellinesi e la Riserva Naturale Orientata delle Valli di S. Antonio, il che rende il rifugio un punto di appoggio ideale per escursioni di carattere didattico- scientifico, che possono coinvolgere giovani, istituzioni scolastiche e studiosi. In tale ottica si inserisce la convenzione con il Parco delle Orobie Valtellinesi per l'utilizzazione della struttura a fini istituzionali e di ricerca scientifica. La zona si presta ottimamente, nella stagione tardo invernale e primaverile, anche per la pratica dello sci alpinismo. Vale la pena di ricordare, infine, che a poche decine di metri dal Rifugio è collocato il luogo nel quale il Corpo Forestale dello Stato effettua i rilievi delle precipitazioni nevose durante la stagione invernale.
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