LA LEGGENDA DEL PIZZO SCALINO
Misteri del monte magico per eccellenza (leggenda)
Testi a cura di M. Dei Cas
Molte
leggende sono legate a luoghi magici. In Valtellina il monte magico
per eccellenza è sicuramente il pizzo
Scalino, in Valmalenco. Non si tratta, con i suoi 3323 metri, di
una delle cime più alte della valle, ma la sua posizione felice
(un po’ distaccata, verso sud-est, dalla testata dei giganti del
vallone di Scerscen e della val Lanterna) e la sua forma inconfondibile,
di slanciata piramide che si erge su una base poderosa, ne fanno un
punto di riferimento inconfondibile, che si impone allo sguardo da diversi
punti di osservazione, non solo in Valmalenco o in Val di Togno, ma
anche sul versante orobico.
Visto dall’alpe Prabello, che, con il rifugio
Cristina, si stende proprio ai suoi piedi, il pizzo mostra tutto
il poderoso e scuro contrafforte sul quale si eleva il profilo della
cima. Assomiglia, quindi, ad un castello, dai bastioni imprendibili,
su cui si eleva una torre maestosa. Probabilmente per questo (oltre
che per il fatto di confinare con una delle valli magiche ed anche malefiche
per eccellenza, la Val di Togno), che il pizzo ha dato luogo al fiorire
di diverse leggende, o meglio, di diverse varianti di un’unica
credenza. Questa
vuole che il suo interno sia cavo, e strutturato come una vera e propria
fortezza, che ospita esseri magici e riproduce la corte di un castello.
Su cosa accada poi in conseguenza di ciò, le varie versioni divergono,
anche se non nella sostanza.
Una parla di una giostra cavalleresca, che vede cavalieri d’altri
tempi rinnovare la disfida nelle chiare notti d’autunno, inverno
e primavera, dall’ultimo rintocco della mezzanotte fino al tramonto
della luna.
Un’altra versione parla, invece, della lotta eterna fra due armate,
l’armata nera delle tenebre e quella bianca del giorno. Secondo
questa versione il pizzo Scalino è diviso, al suo interno, in
due settori, che ospitano le forze avverse. Il loro scontro si ripete
ogni giorno, così come ogni giorno si ripete l’esito alterno:
alla vittoria dell’armata delle tenebre, che determina il calar
della notte, segue quella dell’armata della luce, che riporta
aurora, alba e giorno. Questa versione fa del pizzo Scalino, la magica
sede della regolare ciclicità del tempo, un luogo nel quale di
notte scorazzano, trionfando della temporanea vittoria, i neri cavalieri
delle tenebre, di giorno, gioendo della rivincita ottenuta, gli invisibili
campioni della luce.
Ma
al pizzo Scalino è attribuita anche l’origine degli altri
luoghi celebri della valle: dalle sue nozze con Valmalenco, infatti,
sarebbero nate la figlia Chiesa ed i figli Caspoggio, prima, e Lanzada,
poi. Molti, dunque, i motivi per fantasticare, sul far del tramonto,
ai piedi del gigante del versante orientale della Valmalenco.