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Sentiero Valtellina
La pista ciclo pedonale lungo l'Adda
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Pensando
alla Valtellina ci vengono alla mente immagini legate ai diversi aspetti
della montagna: cime, alpeggi, maggenghi, boschi, e così via.
In realtà esiste una dimensione spesso trascurata, ma che appartiene
a pieno titolo alla grande valle, quella della pianura e del grande
fiume che la attraversa, l'Adda. Questa dimensione non è alternativa
rispetto alla montagna, ma ne è parte integrante, perché
ne segue i ritmi, ne rispecchia i colori, ne raccoglie immagini e vicende.
Eppure viene di solito considerata appannaggio di pescatori, amanti
dello jogging o delle malinconiche e solitarie passeggiate. Proviamo
a riscoprirla, esplorandone il grande corso d'acqua, che scende lungo
la valle come un grande organismo vivente e che ha il suo respiro, talora
appena accennato, quasi impercettibile, talora ansimante e concitato,
fino ad un furore fragoroso che reca con sé la terribile minaccia
di una parola non detta, che tentiamo faticosamente di decifrare, e
che forse è consegnata al proverbio popolare: "'L
pàsa i agn, 'l pàsa i mes, ma l'Ada la turna ai sò
paés" (passano gli anni, passano i mesi, ma l'Adda torna
ai suoi paesi, cioè torna, prima o poi, al suo corso antico).
Uno dei modi più semplici per incontrare l'Adda è quello
di seguire il Sentiero Valtellina, progetto in buona parte ancora da
realizzare, che si propone di allestire un percorso continuo sulle rive
o nei pressi del fiume, lungo la media e bassa valle. Possiamo percorrerlo
a piedi o, ancor meglio, in bicicletta (evitando però le velocità
elevate per rispettare chi va a piedi e prestando attenzione ai cani
che non sempre sono sorvegliati con la dovuta attenzione dai loro padroni).
Di solito lo si imbocca a Sondrio, ma, se abbiamo una bicicletta a disposizione,
possiamo partire dalla Sirta. Lasciamo dunque la statale 38 al ponte
sul fiume Tàrtano (o al primo passaggio a livello dopo Ardenno,
in direzione di Sondrio). Raggiungeremo
così facilmente il ponte della Sirta (comune di Fòrcola),
dal quale, soprattutto di prima mattina, l'Adda regala inattesi spettacoli,
lasciando emergere dalle sue acque le immagini delle montagne che gli
fanno corona. Imbocchiamo quindi la Pedemontana orobica in direzione
di Selvetta, dove troviamo un secondo ponte che ci permette di ammirare
il fluire maestoso delle acque del fiume. Proseguiamo poi verso Colorina:
dopo un breve tratto, se prestiamo attenzione alla nostra sinistra,
scorgeremo un cartello che segnala l'inizio del Sentiero Valtellina.
In questo primo tratto, nel quale esso corre nello stretto lembo di
vegetazione fra la strada ed il fiume, il sentiero è, purtroppo,
in diversi punti molto sporco: percorrerlo a gambe scoperte non è
un'esperienza piacevole. Poi approdiamo a lidi più tranquilli,
cioè ad una bella strada sterrata che corre ai margini di alcuni
campi di granoturco e ci conduce ad una strada asfaltata secondaria,
in località Valle di Colorina. Qui il sentiero si interrompe,
e dobbiamo riprenderlo a Fusine.
Per
un buon tratto, dunque, siamo sulla strada asfaltata: intercettiamo
la strada principale che conduce sale a Colorina, attraversiamo un caratteristico
ponte con gli archi sul torrente Madrasco e raggiungiamo la strada che
dal passaggio a livello di San Pietro di Berbenno sale a Fusine. Attraversata
la parte bassa di Fusine, proseguiamo sulla Pedemontana verso Cedrasco,
affrontando la salita che culmina nel ponte sul torrente Gherbiscione.
Proprio all'imbocco del ponte ritroviamo il Sentiero Valtellina, dato
che l'ultimo segmento del tratto che parte da Sondrio termina proprio
nella bella piana della località Gherbiscione. Sul lato opposto
del fiume il sentiero riparte verso Sondrio, fiancheggiando per un tratto
il torrente e poi piegando decisamente a destra. Dobbiamo percorrere
ora una striscia di asfalto di circa 8 chilometri (alcuni segni scandiscono
lo spazio percorso), in uno scenario riposante e suggestivo. L'unica
attenzione che dobbiamo prestare è connessa con l'attraversamento
di qualche torrente o roggia. Sul corso d'acqua di maggiore portata
è ora in costruzione un comodo ponte.
Passiamo
accanto, nel territorio del comune di Caiolo, ai prati ben curati che
fungono da campi di golf, in uno scenario reso ancora più gentile
da un grazioso laghetto artificiale. Superata la contrada del Bachèt,
raggiungiamo il ponte di Cedrasco, passandoci sotto. Qui il gruppo Arte
LIbera di Sondrio ha ingentilito i contrafforti di cemento del ponte
con alcune vivaci rappresentazioni pittoriche. Poi ci avviciniamo al
fiume, che ci regala alcuni scorci di grande fascino. Lungo il percorso
possiamo fruire di quattro aree di sosta attrezzate, dove è possibile
anche far giocare i bambini o rifornirsi d'acqua (che però viene
chiusa nei mesi invernali, per evitare che geli nelle tubature). I tratti
all'aperto si alternano a quelli nei quali alcuni boschetti regalano,
nei mesi più caldi, una gradita frescura. Alle porte della città
di Sondrio possiamo anche scorgere il punto nel quale l'Adda riceve
le acque del torrente Màllero. Il sentiero, nell'ultimo tratto,
corre a poca distanza dalla Pedemontana orobica e raggiunge il ponte
sull'Adda che congiunge la via Vanoni, di Sondrio, alla località
Porto di Albosaggia. Poco dopo essere passato sotto quest'ultimo ponte,
il sentiero termina in uno spiazzo dal quale si sale facilmente al Porto
di Albosaggia. Per tornare, possiamo percorrere la Pedemontana orobica,
molto frequentata dagli amanti delle due ruote. Anche da qui il fiume,
nonostante sia più lontano, regala scorci interessanti e fa sentire
il suo respiro.
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Difficoltà |
T (turistica) |
Dislivello |
Pianura |
Tempo |
4 h |
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Cartina Kompass del Parco delle Orobie Valtellinesi |
Testo e fotografie a cura di M.Dei
Cas |
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